20 luglio 2017

LA SPINTA EVOLUTIVA DEI DISASTRI NATURALI, AMORE E SPECIAZIONE


Una vera rivoluzione spirituale non può che passare attraverso modificazioni concrete dell’esistenza – diceva il grande filosofo maestro dello Yoga Integrale, Sri AurobindoDetto altrimenti, senza che lo spirito incarni davvero la materia – trasformandola in ogni suo aspetto più grossolano – nessuna “evoluzione spirituale” è realmente efficace. In una tale prospettiva, i disastri naturali rispecchiano nemmeno troppo velatamente una spinta evolutiva necessaria affinché si possa davvero aumentare la massa critica di una presa di coscienza che muti le sorti di ogni singolo individuo e della collettività. 

Al di là di qualsiasi giudizio di bene e male, giusto o sbagliato, esiste una forza propulsiva del tutto amorale e neutra – come lo è tutta l’energia che permea l’universo – che preme per dirigere l’attenzione su un disegno di più ampio respiro. Se non ci si riappropria di una dimensione universale dell’esistenza, ci sarà sempre qualcuno che si prende la briga di incendiare un bosco perché non percepisce quanto bosco c’è in lui, si sente separato da quel luogo, scisso dall'anima che lo anima, appunto, e che è la medesima che anima lui. Anima… il punto focale di tutto è la perdita del contatto con tale dimensione che non è un “altrove” o un credo religioso peggio ancora dogmatico, bensì una immanenza che troppo spesso sfugge alla visione, giunta al culmine, dell’Uomo materialista-consumista.

Fortunatamente quando si giunge al culmine, di solito, si arriva a...  --> CONTINUA A LEGGERE TUTTO L'ARTICOLO SU QUANTIC MAGAZINE




L’uomo è la specie più folle:
venera un Dio invisibile
e distrugge una Natura visibile.
Senza rendersi conto che
la Natura che sta distruggendo
è quel Dio che sta venerando
(Hubert Reeves)




 In tutti i tempi oscuri vi è la tendenza a sentirsi sopraffatti da tutto ciò che c'è di sbagliato o fuori posto nel mondo... anche nel nostro piccolo mondo personale. Non focalizzatevi su queste cose. Farlo vi esaurisce soltanto. E c'è anche la tendenza a logorarsi perseguendo obiettivi al di fuori della nostra portata, qualcosa che non può ancora essere. Non focalizzatevi neppure su questo. Farlo è sciupare il vento senza issare le vele. ... Non tocca a noi rimettere a posto di punto in bianco il mondo intero, ma possiamo e dobbiamo adoperarci per migliorare quella parte del mondo che è alla nostra portata
(Clarissa Pinkola Estés) 


“Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Abbiamo una responsabilità sacra, dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra.Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.” (Shenandoah Onondaga - Indiani d'America)

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Dal mio viaggio in Ecuador e dall'incontro con uno sciamano delle Ande: 

"La foresta sta bruciando, al fragore del fuoco si aggiunge il rombo scalpitante di tutti gli animali che scappano emettendo sonori versi. In questo clamore, un colibrì va verso il fiume e prende qualche goccia d’acqua fin quanto il suo piccolo becco gli consente, per poi gettare queste gocce nell'incendio… Un elefante che assiste alla scena si rivolge al colibrì: “Ma cosa vuoi fare tu con quel becco minuscolo, io di sicuro posso prendere con la mia proboscide una maggiore quantità di acqua, ma non lo faccio perché devo mettermi in salvo …” E il colibrì risponde: “Lo so,  ma io ho fatto la mia parte per aiutare la Pachamama” --> Continua a leggere: Fare la propria parte nel mondo, come il colibrì


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